La carnitina è una singolare sostanza a metà strada tra le vitamine e i normali prodotti dell’organismo.
Essa fu descritta per la prima volta nel 1905 da ricercatori russi i quali rilevarono che essa si trovava virtualmente in tutti i tessuti dei mammiferi, per quanto le più alte concentrazioni si rinvengano nei muscoli e nel cuore.
La carnitina è un normale costituente cellulare che viene fabbricato a partire da due aminoacidi, la lisina e la meteonina.
Prodotta dal fegato e del rene, viene riversata nel sangue e trasferita agli organi che la utilizzano, soprattutto il cuore e i muscoli volontari (quelli delle gambe, delle braccia e così via), ove si raccoglie il 95% di tutta la carnitina disponibile.
I primi indizi sulla funzione fisiologica della carnitina nell’uomo ci provengono dalla scoperta che questa sostanza è strettamente legata allo sfruttamento dei grassi come fonte di energia, in quanto essa assicura il trasferimento degli acidi grassi all’interno delle centrali energetiche cellulari, i mitocondri, dove vengono metabolizzati.
Qui gli acidi grassi sono “bruciati” con liberazione di energia che viene utilizzata soprattutto per sostenere l’attività muscolare.In pratica è una sostanza che facilita la degradazione dei grassi, assecondando la loro trasformazione in sostanze di pronta utilizzazione energetica e garantendo una maggiore resistenza allo sforzo.
Ecco perché il cuore e i muscoli scheletrici, il cui metabolismo energetico utilizza prevalentemente i grassi, ne sono i principali beneficiari.
La carnitina ha una grande importanza nell’attività muscolare del cuore.
Quest’organo dovendo lavorare in continuazione è ben 20 volte più ricco di carnitina degli altri tessuti dell’organismo ( al secondo posto viene il plasma seminale durante la maturazione gli spermatozoi).
La costante produzione di energia che ha luogo all’interno delle centrali energetiche del muscolo cardiaco richiede che venga garantito un afflusso costante di sostanze ricche di energia (gli acidi grassi) e in ciò la carnitina si comporta come un vero e proprio vettore.
La carnitina migliora l’attività muscolare cardiaca e riporta alla normalità il cuore che soffre di variazioni del ritmo.
Ma essa è utile anche per sostenere adeguatamente lo sforzo fisico legato agli sport di durata (sci di fondo, maratona, nuoto ecc..).
Infatti mentre negli sforzi brevi sono soprattutto i carboidrati che vengono immobilizzati per fornire energia, negli sforzi prolungati l’utilizzo delle dei grassi come fonte di energia può coprire fino al 60- 70% delle richieste energetiche complessive : la carnitina diventa, allora, indispensabile per il metabolismo degli acidi grassi all’interno delle cellule.
La ricerca ha esplorato tutte le possibili proprietà e applicazioni della carnitina.
Così è stato accertato che essa è in grado di migliorare la capacità del cervello a produrre un’altra sostanza importante della biochimica della memoria: l’acetilcolina.
Ma va anche bene nelle convalescenza e nei ritardi della crescita, nell’inappetenza, negli stati di denutrizione e di magrezza eccessiva e per atti vare le secrezioni digestive (dello stomaco e del pancreas).
Nell’uomo sono state individuate precise situazioni patologiche legate a una carenza di carnitina: alcune malattie dei muscoli in cui si assiste ad un accumulo di grassi nelle fibre muscolari (miopatie steatosiche) e certe disfunzioni del muscolo cardiaco (miocardiosclerosi, insufficienza cardiaca).
Un impoverimento massiccio di questa ergo vitamina si registra nell’intossicazione difterica e nelle persone malate di reni costrette alla dialisi.
È certo che l’uomo è in grado di sintetizzare la carnitina, ma non si è sicuri che la quantità sia quella ottimale.
Per alcuni sarebbe necessario un apporto esterno della sostanza, atto a bilanciare il fabbisogno metabolico. Per questo si tende a considerare la carnitina alla stregua delle vitamine .
Il fabbisogno giornaliero non è stabilito.
È probabile che un apporto alimentare sufficiente si aggiri tra 0,5- 1 g di carnitina al giorno.
La carnitina è ampiamente distribuita nei tessuti animali e vegetali ma si trova in quantità particolarmente elevata nel muscolo.
Nel latte materno, sia pure in piccola parte, c’è una quantità di carnitina che basta in genere a stimolare un metabolismo lipidico autonomo nel bambino normale non prematuro.
Nel latte artificiale la carnitina non è presente perché perduta nei processi industriali o perché nemmeno esiste in origine (per esempio, nel caso dei latti di soia).